Crisi idrica: l’esempio di Malta nella dissalazione dell’acqua di mare

Dissalazione acqua marina
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La crisi idrica rappresenta una delle principali sfide che l’umanità deve affrontare oggi. La crescente domanda di acqua potabile, combinata con la diminuzione delle risorse idriche disponibili, ha portato alla necessità di cercare nuove soluzioni per garantire l’accesso all’acqua in modo sostenibile. Una delle soluzioni tecnologiche più promettenti per affrontare la crisi idrica è la dissalazione dell’acqua di mare.

Cosa sono i dissalatori ad osmosi inversa e come funzionano

La dissalazione dell’acqua di mare è un processo tecnologico che consente di rimuovere il sale dall’acqua di mare, rendendola potabile. Esistono diversi metodi per dissalare l’acqua di mare, ma il metodo più comune è l’osmosi inversa. In questo processo, l’acqua di mare viene spinta attraverso una membrana semipermeabile ad alta pressione. La membrana trattiene il sale e altre impurità, producendo acqua dolce di alta qualità.

Dissalazione acqua marina
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Vantaggi  

Uno dei vantaggi principali della dissalazione dell’acqua di mare è la sua capacità di rispondere alla crescente richiesta di acqua dolce in modo sostenibile. L’acqua dolce rappresenta infatti solo il 3% delle risorse idriche totali, e in molte zone costiere la disponibilità di acqua dolce è sempre più ridotta. In secondo luogo, l’acqua prodotta dai dissalatori può contribuire a diversificare le fonti idriche e a ridurre la pressione sulle risorse idriche dolci esistenti. Inoltre, la tecnologia della dissalazione può essere integrata con altre fonti di energia rinnovabile, come l’energia solare o eolica, riducendo la dipendenza dalle fonti di energia fossili.

Svantaggi

Una delle principali criticità è il costo elevato. La tecnologia di dissalazione richiede un investimento iniziale significativo per l’acquisto dell’attrezzatura e la costruzione dell’impianto nonché elevati costi operativi. Un altro svantaggio della dissalazione dell’acqua di mare è l’impatto ambientale. Sebbene molti impianti di dissalazione utilizzino fonti di energia rinnovabile come l’energia solare o eolica, alcuni utilizzano ancora combustibili fossili, che producono emissioni di gas a effetto serra.

Infine, l’acqua di mare che viene prelevata e sottoposta al processo di dissalazione può contenere sostanze chimiche e contaminanti che possono avere un impatto negativo sulla salute degli ecosistemi marini.

Per ridurre l’impatto ambientale della dissalazione dell’acqua di mare, è necessario investire in tecnologie più efficienti ed ecocompatibili, come l’utilizzo di energia solare o eolica, la riduzione dell’utilizzo di sostanze chimiche e l’utilizzo di sistemi di filtrazione avanzati. Inoltre, è importante promuovere pratiche sostenibili nella gestione delle risorse idriche, come il recupero e il riutilizzo dell’acqua, la riduzione degli sprechi e l’adozione di pratiche agricole e industriali più efficienti.

Malta: un modello per l’Italia

Il 2023 e il 2024 sono destinati a diventare gli anni più caldi di sempre a causa di “El Niño” un fenomeno che porta al riscaldamento degli oceani con implicazioni sulle correnti d’aria calda in tutta l’atmosfera . Questa situazione richiederà misure estreme per prevenire la scarsità di acqua potabile, e l’utilizzo di dissalatori viene considerato dall’Italia una possibile soluzione. Il neo commissario straordinario all’emergenza idrica, Nicola Dell’Acqua, ha infatti inserito i dissalatori tra le priorità durante la prima riunione della Cabina di regia per l’emergenza idrica.

Nel frattempo, Malta rappresenta un modello da seguire per il nostro Paese, poiché dal 1982 affrontata la scarsità di acqua attraverso la desalinizzazione, accompagnata da un programma di gestione e riparazione delle perdite idriche. Attualmente, la Water Services Corporation, l’azienda idrica maltese, sta effettuando aggiornamenti ad ampio raggio su tutti i suoi impianti di desalinizzazione, attraverso i fondi di coesione dell’UE. L’energia necessaria per produrre 1 metro cubo di acqua dolce dall’acqua di mare sarà ridotta a 2,8 kilowattora, rispetto ai 6 kilowattora di dieci anni fa.

Nonostante la desalinizzazione abbia un impatto sull’ambiente marino a causa dello scarico di acqua salina (“brine), gli impianti di desalinizzazione di Malta sono piuttosto piccoli e situati in aree dove sono presenti forti correnti marine, il che limita il loro effetto sull’ambiente marino. Inoltre, l’azienda idrica maltese sta attuando misure per ridurre al minimo gli effetti negativi dell’impatto ambientale.

Dissalazione acqua marina
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Conclusione

La dissalazione dell’acqua di mare rappresenta una delle soluzioni tecnologiche più promettenti per affrontare la crisi idrica e garantire l’accesso all’acqua in modo sostenibile.

Nonostante ci siano alcune criticità, come il costo elevato e l’impatto ambientale, l’utilizzo dei dissalatori può contribuire significativamente alla riduzione della dipendenza dalle fonti di acqua dolce e alla promozione di pratiche sostenibili nella gestione delle risorse idriche. Paesi come Malta rappresentano un esempio positivo da seguire, poiché hanno già adottato la dissalazione dell’acqua di mare come soluzione efficace per affrontare la scarsità di acqua potabile. Con un approccio responsabile e sostenibile, la dissalazione dell’acqua di mare può diventare una risorsa preziosa per garantire l’accesso all’acqua potabile per tutti e avvicinarci ad una vera transizione ecologica.

 

FONTI

  1. Emergenza siccità: l’Italia pensa ai dissalatori, ecco cosa sono, quifinanza.it, 2023.
  2. Vantaggi e svantaggi della dissalazione, una soluzione contro la siccità, lifegate.it, 2018.
  3. This is how Malta is building resilience through effective water management, gca.org, 2020.
  4. Malta, un dato di fatto la carenza idrica, europa.eu, 2019.

 

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